Palermo chiama Italia

‘Palermo chiama Italia’ è il titolo della manifestazione organizzata dalla fondazione ‘Giovanni e Francesca Falcone’ in collaborazione con la Direzione Generale per lo Studente del Ministero dell’Istruzione che commemora la strage di Capaci (23 maggio 1992). Quest’anno la città di Palermo (aula bunker) sarà collegata con le città di Rosarno (con Adriana Musella), Milano (Nando Dalla Chiesa), Firenze (Betta Caponnetto), Corleone (associazione ‘Addio Pizzo’), Gattatico (vittime di Pizzolungo) e Napoli; sette città, dunque, unite nel ricordo e nella speranza, con la partecipazione attiva degli studenti calabresi, lucani e delle altre realtà. Rai 1 segue l’evento in diretta, a partire dalle 10.50 e, nel giorno della legalità, prevede la programmazione in prima serata del film ‘La mafia uccide solo d’estate‘; Rai Storia dedica alla legalità l’intera programmazione della giornata:

Ore 10.30 Una giornata particolare – Contromafia

Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di “Libera” – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie – proporrà un percorso nelle Teche Rai sul tema della mafia e della lotta alla criminalità organizzata.

Una giornata particolare per ripercorrere alcuni tra i momenti più drammatici della nostra storia, nell’anniversario della strage di Capaci (23 maggio 1992), che causò la morte del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta.

Ore 16.00 Diario Civile – Un fatto umano – Le parole di Giovanni Falcone
Con un ricordo del Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti

Un ritratto del magistrato ucciso con la moglie e gli uomini della scorta nella strage di Capaci. A raccontare Falcone è il Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti, che ricorda gli anni in cui hanno lavorato congiuntamente per alcune inchieste sui rapporti tra mafia e camorra. Le parole del giudice, nelle interviste rilasciate ai giornalisti Rai e i suoi interventi nei più importanti programmi televisivi di approfondimento dell’epoca, fanno da sfondo e da snodo al racconto del Procuratore Nazionale Antimafia, che spiega l’importanza del metodo investigativo di Falcone, l’eredità del magistrato e quella di Paolo Borsellino. “C’è un prima e un dopo Falcone e Borsellino – spiega il Procuratore Roberti – ed è dal loro lavoro che sono partite le linee guida per la moderna concezione della Procura Nazionale Antimafia”.

Ore 17.00 Vite contro la mafia
Con un’introduzione del Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti

Il lavoro di reporter di Giuseppe Marrazzo ha formato generazioni di giornalisti, ma soprattutto ha indicato la strada disvelando segreti e retroscena della vita criminale italiana.
In questa puntata, con il contributo del giornalista Attilio Bolzoni, gli stralci di tre documentari di Giuseppe Marrazzo che ripercorrono le figure di Boris Giuliano, Cesare Terranova e Piersanti Mattarella: un poliziotto, un magistrato e un politico uccisi in meno di otto mesi a Palermo.

Ore 18.00 Binario Cinema – Fortapàsc di Marco Risi (2008)
Giancarlo Siani è un giovane praticante, impiegato “abusivo” per il Mattino col sogno di un contratto giornalistico e di un’inchiesta contro i boss camorristi e i politici collusi. Lucido e consapevole, Siani si muove tra Napoli e Torre Annunziata, un avamposto abbattuto dal terremoto e frequentato dagli “scagnozzi” armati di Valentino Gionta. Indaga, si informa, verifica i fatti e poi scrive pagine appassionate e impetuose contro i clan camorristi. Era il 1985 quando Vasco Rossi cantava “ogni volta che viene giorno” e un giornalista di ventisei anni moriva assassinato per “ogni volta che era stato coerente”…

Ore 20.50, 23.30 (e il giorno dopo alle 6.00 , 8.50 e 14.20) e su Rai 3 alle 13.10
Il tempo e la Storia – Giovanni Falcone: una vita contro la mafia
Con il prof. Salvatore Lupo

Il 23 maggio è il giorno della strage di Capaci, nella quale il giudice Giovanni Falcone viene assassinato insieme alla moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta.

Questa storia inizia nel 1979, anno dell’arrivo di Falcone all’Ufficio istruzione del tribunale e si conclude il 23 maggio del 1992, quando cento chili di esplosivo pongono fine alla sua esistenza e alla sua guerra contro Cosa Nostra. Lo storico Salvatore Lupo, uno dei massimi studiosi di mafia in Italia, spiega che già nella sua prima inchiesta sul costruttore narcotrafficante Rosario Spatola Giovanni Falcone imprime subito quello che resterà il suo metodo e cioè “seguire i soldi”. Quell’inchiesta porterà il magistrato e il pool antimafia al maxiprocesso di Palermo e a raccogliere le dichiarazioni del pentito Tommaso Buscetta, decisive per il procedimento. Fu “la prima vera vittoria dello Stato contro la mafia”, commenta Salvatore Lupo. Ore 21.30
Eco della Storia – Contro la mafia: il coraggio e la paura
Conduce Gianni Riotta, ospite in studio Letizia Battaglia

Il 23 Maggio 1992 muore Giovanni Falcone. La Mafia, quel maledetto giorno, ha mostrato il suo volto più cruento e plateale. Ma Cosa Nostra non è solo l’eclatante manifestazione di forza bruta, è anche la sotterranea, inesorabile e radicata mentalità che si è impadronita di luoghi e persone nel corso dei decenni. Grazie all’archivio storico della Rai Eco della Storia mostra le reazioni e le vicende della Mafia viste con gli occhi dei cittadini, delle vittime, e anche dei boss intervistati, ad esempio, nei reportages di Giò Marrazzo e Enzo Biagi. Quanto Cosa Nostra si è impadronita dell’anima del popolo e della nazione? Quanto invece le reazioni dal basso sono riuscite a farsi strada tra la vita reale e l’impotenza delle Istituzioni? Eco della Storia, come sempre, cerca le risposte per il futuro nella lucida e appassionata analisi del recente passato.

Ore 22.30
Diario civile – All’altezza degli occhi – vita delle donne delle scorte
Con un’introduzione del Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti

Il racconto della vita delle donne poliziotte nelle scorte di istituzioni e magistrati è un viaggio attraverso le vicende di dedizione e passione, con la quale donne normali, in particolare del sud Italia, vivono il loro impegno civile, giorno per giorno. “E’ un incarico come un altro”, ripetono le agenti di scorta che hanno scelto di fare questo mestiere, fatto di lunghe giornate vissute come ombra della personalità scortata. Un impegno che incide sulla vita personale di ognuna di loro, costrette a lunghi turni e a una settimana scandita da viaggi, impegni, reperibilità. Il documentario è anche un omaggio ad Emanuela Loi, la prima donna della polizia a restare uccisa in servizio, nella strage di via D’Amelio. La sua storia è quella di una ragazza normale che faceva il suo lavoro con impegno e passione, fino al giorno in cui morì, in una domenica di luglio in cui era di turno per accumulare giorni di ferie ed andare presto in vacanza. Emanuela Loi è rimasta uccisa nell’adempimento del suo lavoro, ma sono tante le donne che tra le forze dell’ordine ancora oggi si occupano di proteggere chi è a rischio per le minacce della criminalità organizzata. Il documentario racconterà la vicenda delle sue compagne di corso, della prima donna che prestò servizio a Palermo, di tre donne impegnate oggi nei servizi scorta, e delle allieve dell’Accademia di Abbasanta, che forma proprio gli agenti di scorta.

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