Eternal You: tecnologia per parlare coi defunti (il doc)

Sedute spiritiche, addio! È stato presentato al Sundance Film Festival il documentario ‘Eternal You’, di Hans Block e Moritz Riesewieck, basato sui servizi d’intelligenza artificiale che, addirittura, consentono un dialogo tra vivi e (pseudo)defunti.
È un mercato in crescita, pare, ed è forse la frontiera piú inquietante delle nuove tecnologie.
Viene creato un avatar con le fattezze della persona che non c’è piú, questo avatar viene “programmato” con le informazioni necessarie, tra cui il suo modo d’esprimersi, diventa possibile parlarci.
Sul sito ufficiale del festival si legge:

Le startup utilizzano l’intelligenza artificiale per creare avatar che consentano ai parenti di parlare con i propri cari dopo la loro morte. Un’esplorazione di un profondo desiderio umano e delle conseguenze della trasformazione del sogno dell’immortalità in un prodotto. «Volevo vedere se stava bene», spiega Christi, una degli utenti di Project December. Con questo software innovativo, gli utenti possono comunicare con una versione virtuale del defunto attraverso un chatbot che simula i modelli di conversazione della persona deceduta. Il suo è stato un tentativo di verificare il suo primo amore. Altri potrebbero semplicemente sentire la mancanza di qualcuno, chiedere il permesso di andare avanti o voler liberarsi dal senso di colpa. Si sa poco sugli effetti che questo tipo d’intelligenza artificiale generativa potrebbe avere sul nostro cervello, cuore e portafoglio. I registi, Hans Block e Moritz Riesewieck (The Cleaners, Sundance Film Festival 2018), non pretendono di avere le risposte, ma sollevano invece varie complessità emotive e morali di cui dovremmo essere consapevoli. Eternal You pone importanti domande sull’immortalità algoritmica e sulla necessità di dare uno sguardo più attento ai nostri futuri “resti digitali”.

Alcuni utenti chattano regolarmente con la fidanzata del liceo, morta prima del diploma, altri forse con i genitori, o con i nonni. L’azienda Hereafter fa interagire i vivi con una versione audio del proprio caro scomparso; Yov ricrea avatar quasi uguali agli originali, attingendo a video, telefonate e conversazioni della persona scomparsa. Nel 2020 c’è stato un precedente, una mamma sudcoreana ha finanche accettato di sottoporsi all’esperimento realizzato da un programma televisivo, Meeting you, per parlare in modalità virtuale con la bambina defunta.

«È una tecnologia che presenta ancora cosí tanti rischi e conseguenze, la cui portata non possiamo ancora realmente comprendere*»

hanno spiegato i due registi al Sundance.
L’inventore di Project December, Jason Rohrer non sembra considerare nella sua attività scrupoli etici o morali:

«Non è mia responsabilità fermare questa tecnologia perché alle persone le risposte che dà potrebbero non piacere. L’aspetto anche piú spaventoso che sta emergendo, mi dà i brividi ma a me piacciono anche quei brividi*».

* agenzia ANSA

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