Ulisse, History Channel, il cavallo di Troia

Ulisse (Odisseo per i Greci) è sempre attuale; History Channel (canali 118 e 409 di Sky) gli dedica una programmazione speciale questa sera, mercoledí 21, e mercoledí prossimo, 28 febbraio, alle 21.50.
Si comincia con il documentario in prima visione ‘Alla ricerca di Ulisse’, storia di Makis Metaxas, uomo nato e cresciuto a Cefalonia, isola vicina a Itaca; questi, dopo anni di ricerche condotte da solo e con archeologi greci e statunitensi, è convinto che sia proprio la sua Cefalonia, non Itaca, la vera patria di Ulisse e dagli anni ’90 si batte per essere ascoltato dalla comunità scientifica.
Si prosegue il mercoledí successivo, 28 febbraio, con ‘Il Mito del cavallo di Troia’, in onda alle 21.55, e ‘Odissea, Oltre il mito’, una docu-serie in sei episodi che indaga sul mito omerico con un approccio multidiscliplinare, tra oceanografia, farmacologia, archeoacustica, paleopatologia, botanica, astronomia e psichiatria. Per quanto attiene alle teorie alternative alla genesi omerica dell’Odissea si può rileggere qui.
Con riguardo al mito del cavallo di Troia, invece, vogliamo ricordare in questa sede due recenti, innovative, originali teorie:

  1. Quella di Francesco Tiboni, archeologo navale e dottore di ricerca all’Università di Marsiglia, secondo cui il “cavallo” era in realtà una nave, di un tipo particolare denominato hippos che, come sappiamo, significa anche cavallo; nei secoli successivi a Omero di tale tipo di nave si perse la memoria ed il termine hippos fu tradotto solo con equus, facendo cadere in errore finanche il buon Virgilio che, nella sua Eneide, parlò di un gigantesco cavallo di legno.
  2. Quella proposta da Fritz Schachermeyr, storico austriaco, professore all’Università di Vienna; secondo Fritz, il gigantesco cavallo di legno, se davvero esistente, sarebbe stato un dono a Poseidone, dio del mare ma anche dei terremoti; Amos Nur, geofisico e professore della Standford University, sostiene che Troia sia caduta in seguito a una terrificante serie di terremoti, donde le dieci diverse città che furono costruite nello stesso posto; i Greci sarebbero riusciti ad espugnare Ilio (Troia, Dardania) proprio grazie ad un sisma ed il cavallo sarebbe servito proprio per… ehm… ringraziare Poseidone!

C’è poi il caro, vecchio, Pausania che, già nel II secolo dopo Cristo, affermava che chiunque non considerasse il popolo troiano incredibilmente stupido doveva pensare che il cavallo era soltanto una macchina d’assedio, poco piú di un ariete, forse di forma “equina” per proteggersi dalle frecce e con il battente a testa di cavallo.

Fonti consultabili:

Redazione Adnkronos, Il Cavallo di Troia? Era una nave: sfatato il mito millenario del quadrupede, 2016;
Amos Nur, Apocalypse: Earthquakes, Archaeology, and the Wrath of God, 2008;
Pausania, Periegesi della Grecia, libro I, capitolo XXIII, sezione 8.

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