La parola “amazzone”, da pronunciarsi con zeta sonora, sembra derivare dal greco, dall’alfa privativo e dal sostantivo mazòs, (μαζός) che significa “mammella”; secondo i Greci, tale etimologia si spiegava facilmente con l’abitudine delle ᾿Αμαζόνες di eliminare una mammella, forse entrambe, per tirare meglio con l’arco.
A scuola ci dicevano cosí, anche perché cosí si era espresso Diodoro Siculo:
Si racconta che ai confini della terra e all’occidente della Libia abiti una nazione governata da donne, che hanno costumi del tutto diversi dai nostri. Le donne usano prestare servizio militare durante un periodo di tempo determinato, conservando la propria verginità. Quando il termine del servizio militare è raggiunto, si accostano agli uomini per averne dei figli, e coprono le magistrature e tutte le funzioni pubbliche. Gli uomini trascorrono tutta la propria vita a casa, come le nostre casalinghe, dedicandosi solamente a occupazioni domestiche; sono tenuti lontani dall’esercito, dalla magistratura e da ogni altra funzione pubblica che possa ispirare loro l’idea di sottrarsi al giogo delle donne. Dopo aver partorito, le Amazzoni consegnano il neonato tra le mani degli uomini, che pensano a nutrirlo di latte e d’altri alimenti appropriati per la sua età. Se il bambino è una femmina, le si bruciano le mammelle, per impedire a tali organi di svilupparsi con l’età, perché delle mammelle prominenti sarebbero scomode per l’esercizio guerriero; ciò spiega il nome d’Amazzoni che i Greci hanno dato loro.
(Diodoro Siculo, 3, LIII, 1)
È interessante notare, tuttavia, che nella storia dell’arte le Amazzoni le mammelle ce l’hanno entrambe! Ed è stata sufficiente una delle nostre scorrerie su internet, ovviamente su attendibili siti, per verificare che (altro…)